Le olive all'ascolana – un connubio tra prodotti e cucina tradizionale di terre vicine
Una specialità famosa nel mondo, da non perdere se ci si trova nelle Marche, dove i sapori sono esaltati dagli ingredienti della terra di origine
Il nome
evoca Ascoli e la sua provincia ma anche al Conero, magari,
senza farsi sentire troppo lontano, si possono gustare le buonissime olive "all’ascolana”. E
come potrebbero farne e meno: ci sono lungo il Monte diverse piantagioni di "cultivar” che
rimandano alla speciale oliva, grande come prugne, pronta
ad essere svuotata e riempita di carne fritta. La varietà è la "tenera ascolana dop” che ben si presta alla
lavorazione. La regola aurea dice che la composizione del macinato deve
contenere vitellone, maiale e pollo a dadini rosolati in soffritto di sedano,
carota e cipolla; il tutto viene macinato e amalgamato con uova, parmigiano,
noce moscata e buccia di limone. "Il composto ottenuto viene usato per farcire
le olive denocciolate, successivamente impanate e fritte”. E non c’è ristorante
del Conero che non le proponga ad ogni più sospinto, che non la presenti nel
suo menù, nonostante la tradizione venga da una provincia vicina e lontana, a
seconda delle occasioni. Ma tanto quelli di Ascoli Piceno mica lo verranno a
sapere! S’è detto ristoranti ma ormai le ascolane si trovano anche sui banchi
da street food, come dire che anche davanti
alle spiagge si può fare il pieno di un cartoccio che viene riempito di delizia
e di tradizione.