Arte, cultura, fede, tradizioni: i borghi dell'entroterra

I dintorni: l'antica Corinaldo

a pochi chilometri dalla riviera si trova Corinaldo, ridente borgo fondato nell'alto medioevo che fu raso al suolo dall'esercito pontificio nel 1360. Tra gli edifici degni di nota ci sono la chiesa Santa Maria del Suffragio, il palazzo comunale settecentesco e il teatro comunale 'Goldoni'

Tra i comuni dell’entroterra della riviera del Conero si distingue Corinaldo, vivace centro inserito nel club dei borghi più belli d'Italia. Il suo nome deriva da Curia di Rinaldo, toponimo longobardo usato nell’alto medioevo. Il paese fu fondato nel 411 dai profughi di Suasa, città distrutta dal barbaro Alarico. Nel Duecento fu libero comune e successivamente fu coinvolta nelle scaramucce guelfi e ghibellini, nel 1291 papa Nicolò IV le restituì l’autonomia. Rasa al suolo dall’esercito pontificio nel 1360, venne ricostruita e nel 1517 resistette a un assedio del duca di Urbino. Tra Seicento e Settecento visse un periodo florido con la costruzione di numerosi edifici di pregio.

Tra gli edifici religiosi si segnala Santa Maria del Suffragio, eretta a partire dal 1640 su un antico torrione della cinta muraria, con la facciata di cotto, la pianta ellittica e l’interno provvisto di lesene corinzie. C’è poi la settecentesca chiesa dell'Addolorata dagli arredi rococò, Sant’Agostino con il Santuario dedicato a Santa Maria Goretti, la parrocchiale di San Francesco con la facciata incompiuta e i dipinti di Claudio Ridolfi, la chiesa di Madonna del Piano e l'antico monastero di Santa Maria in Portuno.

Tra gli edifici civili ci sono le mura ben conservate, il teatro comunale "Carlo Goldoni” risalente all’Ottocento e Palazzo Cesarini-Romualdo. Da notare il palazzo comunale in mattoni e pietra d’Istria progettato da Francesco Maria Ciaraffoni tra il 1784 e il 1791: si tratta di una costruzione in stile neoclassico con lesene e tredici arcate sopra cui si trovano finestre dagli architravi lisci.

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